Di Mara TURANI – M5S Pordenone
A Pordenone, per fare un marciapiede e una pista ciclabile, è stato abbattuto un cedro del Libano sano con una circonferenza di circa 125 cm, distante 2 metri e 20 cm dal cemento del marciapiede. E’stato abbattuto anche un Ginkgo biloba, un albero le cui origini risalgono a 250 milioni di anni fa, quasi considerato un fossile vivente, un relitto della storia che va preservato solo per il nome che porta e non tagliato. Entrambi situati all’interno di un piccolo parco, adiacente la strada, non avevano inerenza alcuna con l’intralcio dei lavori: non erano sul marciapiede, non erano ad altezza fognature, né della pista ciclabile. Erano adiacenti, ma a più di 2 metri e come altri alberi erano lì da anni, splendidi. Forse troppo alti?
Lì vicino, da un altro lato del parco, esiste un altro grande albero che dista la stessa distanza dal marciapiede, ma è stato risparmiato, fino ad oggi. Dunque quale la logica usata, se non quella di un progetto del verde poco azzeccato? Davano proprio fastidio la risposta plausibile, perché non si hanno giustificazioni, nemmeno adducendo la ragione delle radici. Erano situati in un parchetto, con terra e prato e il marciapiede, la colata di cemento, dista più di 2 metri dal tronco o meglio dal ceppo rimasto e non ancora rimosso.
Lo stesso criterio in quel di Via Piave e Via San Valentino dove il progetto iniziale prevedeva l’abbattimento di tutte le piante (a prescindere dalla dimensione delle radici e dalle fognature rifattein centro strada), comprese le piccole Lagerstroemia di sottili dimensioni che, grazie all’intervento dei cittadini, sono state risparmiate al taglio (non tutte solo alcune), nonostante l’Assessore affermi il contrario, citando una delibera di giugno 2020 che nulla dice in merito. Il progetto esecutivo le da tutte come alberi da rimuovere e non mi sono state fornite altre relazioni in merito, seppur richieste, quindi deduco non vi sia altro.
Per tutti questi tagli non sono state fornite perizie, perché evidentemente NON CI SONO (accesso agli atti effettuato da noi in data 3 agosto- consegnati in data 13/11). Così come non sono state fornite le perizie di Viale Marconi e di altre zone, come da noi richieste con altro accesso agli atti. I lavori hanno avuto la meglio su tutto, punto. Nessuna salvaguardia di nulla. Intanto si rade al suolo e poi, forse, si ripianterà facendo modifiche in corso d’opera.
QUAL’E’ dunque la perplessità? Laddove si fosse potuto salvare, a nostro avviso, andava fatto, ed era doveroso farlo. Con moderni sistemi si possono trasferire le piante in luoghi più sicuri e poi provvedere a risistemarle. Si è dato invece per buona l’eliminazione di tutte le specie, indistintamente, facendo di tutt’erba un fascio, senza valutare bene quale fosse il “valore aggiunto” nel preservare queste piante, soprattutto quelle datate e sane, come il cedro o il ginkgo di Piazzetta dei Mutilati. Un grave errore che porta la firma di chi, probabilmente, reputa il verde un “ostacolo” e non una “risorsa”. Una sottovalutazione delle specie abbattute, con molta probabilità, che riguarda la sfera delladecisione politica, del modus operandi da noi non condivisibile, seppur a norma.
Ecco perché trapiantare tre alberelli anonimi in una rotonda, mettere vasche contenenti alberi “decorativi” contrasta con quello che risulta essere l’ECOSISTEMA del luogo, la FORESTAZIONE URBANA vera che, a dirla tutta, assume i toni della beffa vista la circostanza del contesto. Sembra doversi accontentare di una città estetica più che vivibile…
Fiori, arbusti e aiuole non hanno lo stesso peso, come pure piantare sottili alberelli di pochi centimetri in un prato alla periferia della città o in una vasca amovibile, perché non si assolve all’assorbimento delle acque, alla termoregolazione, alla barriera acustica e alla funzione naturalistica, di cui alcune vie principali hanno necessità vitale. A prescindere dall’aspetto identitario del luogo, che non sto nemmeno a citare, sebbene per me abbia un valore fondamentale.
Attendo con impazienza la classifica di Legambiente tra due, tre anni. Intanto è bene sapere che Pordenone ha registrato, rispetto ai dati dell’ultima classifica di Legambiente che riportava 29 giorni di sforamento del PM10, nella centralina di Via Piave , 39 giorni il 9 Novembre e 42 giorni di foramento il 23 Novembre e… non èancora finito l’anno. Intanto le fontane della città hanno l’acqua non più potabile, causa inquinamento delle falde e non credo riusciremo a risolverla a breve.
Sono pronta anche ad ammettere di essermi sbagliata se riusciranno a dimostrare che tagliando tutti gli alberi esistenti in città ne avremo un vantaggio sulla salute dei cittadini e spero vivamente che la GESTIONE DEL VERDE non sia solo un INCIDENTE DI PERCORSO PER QUESTA AMMINISTRAZIONE, poco propensa ad ascoltare critiche e suggerimenti in merito.
Tagliare un albero si può certo, ma capire che è anche una questione culturale e di benessere è un passo oltre, con radici profonde, radicate nel proprio vissuto. Ma questo, non c’è scritto in nessun regolamento comunale.