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SALUTE E PREVENZIONE COME FATTORE DI CRESCITA ECONOMICA E CULTURALE DI UNA SOCIETA’ CIVILE

  • Articolo pubblicato:31 Gennaio 2021

Di Patrizia La Salandra

C’ è l’urgente bisogno di rimettere la salute dei cittadini al centro dell’attenzione politica, per ricostruire una società deturpata dalla crisi economica e ultimamente anche dalla crisi sanitaria. Proprio perché viviamo una pandemia globale dobbiamo investire nella PREVENZIONE e nella lotta contro le malattie croniche che insieme al Covid, sono diventate le principali cause di morte.

La salute è un bene pubblico e in quanto tale dobbiamo richiamare a sua difesa gli organi competenti, la Regione che in virtù dell’autonomia ne ha la gestione diretta, Comune come ente preposto alla salute dei cittadini, e Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria.

La Prevenzione ha l’obiettivo di mantenere il benessere psicofisico delle persone sane e dei pazienti in cura o sotto terapie salva vita e la riduzione dei rischi legati all’insorgere di malattie. Tuttavia, la prevenzione non può essere realmente attuata se priva dei necessari investimenti, La devastante politica del risparmio effettuato negli ultimi anni ha annullato senza apparente criterio il follow up, visite ed esami di pazienti che vivono in maniera soddisfacente grazie ad una serie di controlli strumentali e di cure e terapie.

L’equilibrio della fragile salute di molti pazienti è conseguenza dei fattori sopra elencati e con l’assenza di essi, in breve tempo la situazione potrebbe precipitare.

Non è tutto. Già da due anni è stato de facto soppresso il “Ricovero day hospital”, che garantiva diverse visite e cure in un solo giorno, prenotate dal personale sanitario, giustificandolo correttamente con il datore di lavoro e riconosciuto dall’INPS. Da allora i pazienti hanno dovuto seguire l’iter normale che prevede la prenotazione in struttura ospedaliera, di una alla volta, massimo due visite/cure al giorno, sprecando spesso l’intera giornata lavorativa. Il Ricovero day hospital garantiva ai lavoratori e lavoratrici dipendenti in cura presso l’ospedale un aiuto fondamentale a coniugare le esigenze legate alla propria salute, il lavoro, la famiglia.

Abbiamo avuto testimonianze di una lavoratrice dipendente portatrice di doppio trapianto in terapia immunosoppressiva, con patologie da diabete mellito pregresse, insulino dipendente si è vista rifiutare il “Ricovero day hospital. Poi è arrivato il decurtamento netto del follow necessari a garantirsi lo stato di salute, per dosare i farmaci o correggere eventuali carenze con terapie a volte immediate e prevenire danni collaterali che la terapia complicata immunosoppressiva provoca, esami per ripararsi dalle molteplici infezioni. Infine è arrivata la riduzione drastica del protocollo per i pazienti trapiantati.

Casi come questi non sono isolati, sono solamente una delle molte conseguenze di una classe politica che da sempre trascura la destra tagliamento, trascura gli investimenti in sanità pubblica, rivendica l’autonomia quando le cose vanno bene e fa scaricabarile con il Governo nazionale quando le cose vanno male.

E’ indispensabile agire immediatamente per cambiare questa politica che squalifica il nostro Ambito Sanitario, quello della destra Tagliamento. Una politica che provocherà un esodo verso le case di cura private, soprattutto in Veneto, creerà un aggravio di costi per il sistema regionale e ostacolerà la vita di molti lavoratori con patologie gravi.

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