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MENSE SCOLASTICHE: UNA RIVOLUZIONE CORAGGIOSA E LOTTA CONTRO GLI SPRECHI

  • Articolo pubblicato:4 Febbraio 2019

Prosegue anche quest’anno il mio impegno nella commissione mensa per valutare la qualità e le criticità delle mense pordenonesi. Dai rilevamenti da me effettuati, le mense scolastiche della città sono ad un buon livello qualitativo anche se, secondo la classifica stilata dagli esperti Foodinsider (osservatorio non istituzionale –menu scolastici 2017/2018), siamo solo al 34° posto con 78 punti superati da Udine 127 (9° posto) e Treviso 122 (10°). Questa terza edizione ha preso in esame 51 comuni e considera il “menu modello” quello di Cremona, che propone cereali in grande varietà, un buon equilibrio di carni rosse e bianche, niente insaccati, pesce e frutta a merenda.
Il dato positivo che emerge in generale è una lenta ma progressiva tendenza dei comuni a recepire le raccomandazioni dell’OMS e del Codice Europeo contro il cancro, lotta per me molto importante da portare avanti.
Ottima, fino a qui, anche la valutazione su pulizia, rispetto delle norme di igiene e disponibilità del personale di servizio, sempre molto collaborativo e attento.
L’attuale amministrazione cerca di conservare ed incrementare, laddove possibile, l’ottimo lavoro fatto negli scorsi anni, ma la differenza, rispetto a Cremona per esempio, è nella scelta dei menu proposti dove ci si confronta con piatti come pasta di sugo di salvia e castagne, polpette di legumi e quinoa, dietro ai quali c’è non solo un’idea di salute, ma soprattutto di educazione al gusto, ancora timidamente affrontati qui da noi. I nostri menù presentano ancora deficit in termini di scelte alternative “meno rigide” e constato una mancanza di progettualità educativa condivisa, laddove il concetto di cura, di educazione all’assaggio, di convivialità è lasciato in toto alla buona volontà delle insegnanti.
Quattro le criticità, a mio avviso, su cui poter intervenire e lavorare insieme per dare un passo in più alle nostre mense:
1) eliminare quella reticenza culturale nel recepire evoluzioni più coraggiose di “menù alternativi” con l’introduzione, per esempio, di menù vegetariani, vegani, cibi più appetitosi con l’aggiunta di spezie al posto del sale o soluzioni diverse rispetto l’offerta del primo e del secondo piatto. (Rielaborare, la parola chiave!)
2) combattere gli sprechi, che sono e restano la maglia nera della rete mensa;
3) riconsiderare l’utilizzo di pane di farina raffinata e la quantità da proporre alle diverse fasce di età;
4) progetti educativi condivisi, promossi dal Comune. (L’uso di tovaglie, l’uso di stoviglie vere per bimbi della primaria, educazione alla cura, all’assaggio del nuovo, all’importanza del cibo, all’importanza del pasto, le verdure ecc..)
Le verdure rimangono il tabù principale di tutte le scuole da me visitate, lasciate regolarmente sul piatto, forse perché poco alettanti e poco gustose. Lo spreco inizia da lì: lavorare assieme ed ascoltare, copiando, se necessario, esempi virtuosi per arrivare anche noi in cima alla classifica, non per una mera questione di vanto, ma soprattutto per la salute dei nostri bimbi e delle generazioni future. Una perfezione di sostanza, insomma, che lasci più spazio alla fantasia e alle proposte che arrivano dalle stesse scuole e dal personale che lavora in cucina, cuochi in primis.
Non dimentichiamoci però, che l’evoluzione-rivoluzione inizia sempre in famiglia, fonte primaria di esempio quotidiano e di basi su cui la scuola può, in seconda battuta, coraggiosamente costruire.

Mara Turani

Portavoce Comunale M5S Pordenone