Deroga degli orari per #musica #Pordenone: solo un premio di consolazione, ma non per tutti

  • Articolo pubblicato:10 Giugno 2015

 

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Per gli attivisti del Meetup Pordenone 5 stelle la delibera comunale per la “sperimentazione su deroga orari per musica nel centro abitato” approvata lunedì in consiglio comunale non può costituire una risposta politica soddisfacente all’obiettivo di incentivare i concerti live e rivitalizzare la città. Per i pentastellati “questa deroga ha tutto il sapore di un premio di consolazione per musicisti, gestori e fruitori senza contare che allo stesso tempo viola il diritto al riposo dei residenti. Prendiamo atto che per questa Giunta, incentivare la musica coincide con il prorogare in via sperimentale di 1:30 h per un totale di 6 giorni le performance dal vivo. Abbiamo ascoltato nelle premesse dei consiglieri proponenti i tanti compiti affidati alla musica ed in generale alla cultura: dal favorire il tessuto sociale a rendere la città più accogliente, generare crescita economica, fino alla sua autentica ragion d’essere: l’esigenza d’espressione dei giovani musicisti. Tuttavia dai discorsi degli assessori in pompa magna ad captandum vulgus, ci si ritrova con un modesto specchietto per le allodole approvato in Giunta: non sentiamo la volontà sincera di mettere nel piatto tutte le idee e dar spazio ad una visione per vivere questa città in prospettiva. Questa delibera apre molteplici interrogativi: la deroga in oggetto prevede la possibilità per i musicisti di suonare oltre le 23:30, orario fissato dal regolamento di igiene, con formazioni acustiche e non amplificate. Ma sono a conoscenza di cosa significhi suonare in acustico? Una street band di fiati o di percussionisti sono formazioni acustiche. Un pianoforte è uno strumento acustico mentre una tastiera è elettrificata. Paradossalmente parlare di acustico è una corbelleria poiché i musicisti potrebbero suonare un piano a coda ma non una tastiera che, a differenza del primo, è dotata di regolatore del volume ed usata con sensibilità verso chi abita nelle immediate vicinanze, può emettere minor numero di decibel. E poi abbiamo ascoltato con le nostre orecchie le citazioni ancor più fuori luogo di realtà blasonate quali la città di Londra, dove a parere di molti sembra si suoni ovunque e a qualsiasi ora. Nulla di più sbagliato. Lì i pub chiudono alle 23 in punto, le esibizioni avvengono all’interno dei locali i quali sono perfettamente insonorizzati per cui all’esterno non si percepisce alcun rumore.Insomma, il problema è tener buoni i residenti, che ben hanno fatto a sollevare il problema, mettendo in luce l’impreparazione dell’ amministrazione Pedrotti su questo tema. Chiediamo di rivedere il regolamento per le attività rumorose cittadine concedendo deroghe decibel in orari diurni o tardo pomeridiani snellendo di fatto la procedura per ottenere tali deroghe e l’onere del costo (circa 46 euro). Occorrono inoltre accertamenti sui volumi realizzati con l’adeguata strumentazione fonometrica. Vorremmo si sperimenti un modello che abbia tra le sue finalità quella di semplificare e rendere meno onerose le procedure per l’organizzazione di eventi, in modo da arricchire l’offerta culturale. Un regolamento semplice e conosciuto evita le guerre campali tra chi organizza eventi e i residenti diminuendo il confitto sociale generato da bisogni diversi. Sarebbe un grande passo in avanti potersi rivolgere ad uno sportello unico per il pubblico spettacolo con una procedura burocratica unificata per ottenere i permessi. Gli attivisti propongono inoltre la predisporre di zone SIAE FREE che potrebbero attuarsi con una convenzione Comune/SIAE . Queste aree verrebbero veicolate sui canali del comune e si potrebbe creare un calendario programmando le esibizioni ruotando in vari punti della città, senza escludere un progetto di programmazione dal basso (autocandidatura di band emergenti attraverso una richiesta in comune). Pordenone potrebbe essere ricca di musica durante tutto l’anno. Passando attraverso il coinvolgimento della cittadinanza attiva si può riconvertire un territorio sotto il profilo culturale, sociale ed economico. Suggeriamo vivamente ai nostri attuali amministratori, quantomeno a quelli che hanno davvero a cuore l’attrattività e la vivacità della nostra comunità, di cominciare dalla revisione degli articoli di questo sconosciuto regolamento rendendolo più chiaro e fruibile alla cittadinanza per poi pensare alla musica non come a un problema ma, se ben gestita, ad una grande opportunità.